Dott. ssa Giulia Luppino

Queste tre figure professionali, molto spesso confuse nell’immaginario collettivo, sono caratterizzate da percorsi formativi distinti che tuttavia, a tratti, possono sovrapporsi e che, in ogni caso, cooperano al fine di aiutare la persona a recuperare uno stato di benessere complessivo, quanto migliore possibile.

Andando con ordine, lo psichiatra è un medico specialista in psichiatria: ciò significa che si è prima laureato in Medicina e Chirurgia, con un percorso di studio di sei anni; in seguito, ha frequentato una specializzazione medica in psichiatria, della durata di ulteriori quattro anni.
Lo psichiatra si occupa della terapia dei disturbi mentali, ed è l’unica figura abilitata a prescrivere trattamenti farmacologici, laddove necessari.
Lo psichiatra, in alcuni casi, può avere anche il titolo di psicoterapeuta.

Lo psicologo è un professionista che si ha dapprima conseguito una laurea triennale in psicologia, successivamente una ulteriore laurea specialistica di due anni e, in seguito, l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo.
Si occupa del supporto e del sostegno psicologico e, spesso, di numerosi altri servizi quali la psicodiagnosi, il sostegno alla genitorialità e molti altri.

Lo psicoterapeuta può essere un medico, uno psicologo o uno psichiatra, che abbiano conseguito il titolo di psicoterapeuta: nel caso dei medici generalisti e degli psicologi, ciò è possibile frequentando apposite scuole di specializzazione in psicoterapia, di durata quadriennale.
Lo psicoterapeuta può occuparsi non soltanto di sostegno psicologico, ma soprattutto di psicoterapia, ovvero di percorsi strutturati e individualizzati, sotto forma di colloqui cadenzati, con finalità terapeutica.

Molto spesso, queste figure collaborano fra loro al fine di fornire un approccio terapeutico integrato e di massimizzare il miglioramento clinico del paziente.
Per il proprio benessere mentale, è fondamentale rivolgersi sempre a professionisti della salute mentale, come quelli sopra citati, evitando fai-da-te o procrastinazioni, potenzialmente dannose, per la cura di se stessi.