Mentre la maggior parte delle persone, durante il periodo delle festività natalizie, si sente serena e piena di gioia, una certa quota di individui tende a vivere questo periodo con malinconia e tristezza, al punto da arrivare a temerne l’arrivo o persino a odiarlo

Che cos’è il Christmas blues
Il Christmas blues è un transitorio calo del tono dell’umore, che si verifica in corrispondenza del periodo natalizio.
Si tratta di un’entità più diffusa di quanto si pensi e, in molti casi, essa è correlata a cause determinabili, legate alla storia del soggetto.
Esso va comunque preso in esame, anche per distinguerlo da altri casi in cui, invece, non esistono dei fattori ambientali scatenanti il calo dell’umore: semplicemente, l’umore della persona tende a calare in un ben preciso periodo dell’anno (in questo caso, quello natalizio).
Questi ultimi casi, quelli cioè in cui il calo dell’umore si verifica senza apparenti ragioni individuabili, potrebbero far parte dei cosiddetti disturbi affettivi stagionali, veri e propri disturbi dell’umore, appartenenti allo spettro bipolare, che si caratterizzano per la presenza di alterazioni dell’umore (di tipo depressivo, maniacale o ipomaniacale) con la tendenza a ripetersi sempre nello stesso periodo dell’anno.
Pertanto, il Christmas blues non va sottovalutato ed è preferibile rivolgersi sempre ad un professionista della salute mentale per affrontarlo e risolverlo.
Cause e fattori di rischio
Le cause che conducono molte persone ad attraversare un calo dell’umore, nel periodo natalizio, possono essere variabili: spesso, il Natale funge da riattivatore traumatico, riportando alla mente episodi spiacevoli legati alla propria storia di vita, eventi carichi di sofferenza o la perdita di persone care, più o meno recentemente avvenuta.
Spesso, inoltre, le aspettative e le pressioni sociali di questo periodo generano una vera e propria ansia da prestazione: l’organizzazione di serate con familiari e amici, l’ansia che tutto sia perfetto, la corsa frenetica all’acquisto dei regali, i conflitti familiari sopiti che, spesso, si riacutizzano in queste giornate, inducono molti individui a non vedere l’ora che sia il 7 Gennaio.
A ciò si somma l’alterazione dei ritmi circadiani, con cambiamento della distribuzione delle ore di sonno, dell’alimentazione e delle proprie abitudini quotidiane; il venir meno di una routine scandita e ben precisa può determinare in soggetti predisposti un senso di malessere e disagio.
L’arrivo del Natale sancisce, in molti casi, la presenza di giornate in cui c’è più tempo a disposizione, che consente di riflettere e ripensare ad eventi negativi della propria esistenza, di sentire la mancanza di chi non c’è più e di vivere con più intensità il senso di solitudine.
Alcuni individui si sentono stressati dall’idea di incontrare nuovamente persone non gradite, oppure si sentono come obbligati a fare determinate azioni, come partecipare a cene e banchetti, pur non avendone voglia.
L’avvicinarsi del nuovo anno, inoltre, determina una sorta di bilancio con se stessi, a causa del quale molte persone potrebbero sentirsi non soddisfatte, ritenendo di aver sprecato molto tempo.
Naturalmente, si tratta di vissuti soggettivi e variabili, che vanno compresi e analizzati, preferibilmente in un contesto terapeutico.

Sintomi
I sintomi possono essere variabili, ma generalmente comprendono vissuti di tristezza, solitudine e sconforto più o meno marcati che, a seconda della gravità, possono trasformarsi in un vero e proprio episodio depressivo; spesso si associano stanchezza, apatia, alterazioni del sonno e dell’appetito, nervosismo e tensione, pessimismo e, spesso, sintomi da riattivazione psicosomatica (riacutizzarsi di sintomi fisici quali dolori diffusi, fibromialgia, sindrome da colon irritabile, cefalea e molti altri)
Accortezze per vivere meglio il Natale
Molto spesso, le persone che vanno incontro al Christmas Blues, a condizione che non rientrino nell’ambito dei veri e propri disturbi affettivi stagionali, sono individui che tentano di soddisfare tutti intorno a loro, e che hanno difficoltà ad esprimere le proprie esigenze e, se necessario, a dire di no.
Un’utile strategia per ridurre lo stress di questo periodo è quella di selezionare le attività che si vogliono davvero svolgere e le persone che si vogliono davvero incontrare, senza sentirsi in colpa o avere paura di dire di “no” quando necessario, mettendo al primo posto il proprio benessere.
Essere meno severi e rigidi nel giudizio verso se stessi è una capacità difficile da acquisire, che spesso necessita di un percorso terapeutico ben strutturato, ma che può aiutare ad accettare i limiti propri e altrui, e a vivere con aspettative meglio commisurate alle proprie reali possibilità.
Ritagliarsi degli spazi da dedicare a se stessi e allo svolgimento di attività piacevoli è fondamentale per ritrovare un po’ di benessere e per non sprofondare in un vortice di pensieri negativi.
Tuttavia, se la tristezza non passa e se si percepisce un disagio intenso, il consiglio più valido resta quello di non aver paura di chiedere aiuto ad un professionista!

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